Sì, in IPv6 accade qualcosa di simile a quanto accade in IPv4 in termini di gestione degli indirizzi compromessi, sebbene vi siano differenze nel modo in cui vengono affrontati a causa della natura e della struttura dello spazio degli indirizzi IPv6.
In IPv4, gli indirizzi IP pubblici utilizzati per attività dannose, come spam, attacchi Denial of Service (DoS), phishing o distribuzione di malware, possono essere inclusi nelle blacklist (note anche come blocklist o blacklist).
Questi elenchi vengono utilizzati dagli amministratori di rete, dai provider di servizi Internet (ISP) e dalle applicazioni di sicurezza per filtrare il traffico e bloccare le comunicazioni provenienti da quegli indirizzi compromessi.
Con IPv6 l'approccio generale rimane lo stesso: se un indirizzo IPv6 viene utilizzato per attività dannose, può anche essere segnalato e aggiunto alle liste nere. Tuttavia, l’enorme numero di indirizzi disponibili in IPv6 introduce ulteriori sfide e differenze nel modo in cui vengono gestite queste situazioni:
- Spazio di indirizzi più ampio: poiché IPv6 ha uno spazio di indirizzi notevolmente più ampio rispetto a IPv4, la probabilità di riutilizzare un indirizzo IP specifico è molto inferiore. Ciò potrebbe influenzare il modo in cui le liste nere vengono gestite e applicate, poiché il monitoraggio e la gestione dei singoli indirizzi potrebbero essere più complessi.
- Assegnazione della sottorete: le allocazioni di sottorete in IPv6 sono in genere maggiori rispetto a IPv4. In molti casi, a un'organizzazione viene assegnato un intero blocco di indirizzi IPv6 (ad esempio, un prefisso /48 o anche più grande). Ciò potrebbe portare a situazioni in cui, se un singolo indirizzo all’interno di quel blocco viene contrassegnato per attività dannosa, l’intero blocco potrebbe essere potenzialmente interessato da liste nere, a seconda di come i diversi operatori e servizi gestiscono le liste.
- Segmentazione e aggregazione: Anche il modo in cui gli indirizzi IPv6 vengono raggruppati e gestiti per scopi di routing può influenzare il modo in cui vengono applicate le liste nere. Le tecniche di segmentazione e aggregazione possono influire sull'efficacia delle liste nere e sul modo in cui indirizzi specifici o blocchi di indirizzi vengono identificati per l'inclusione negli elenchi.
- Gestione e Monitoraggio: Con IPv6, potrebbe essere necessario adattare gli strumenti e le tecniche per monitorare il traffico e gestire la sicurezza della rete per affrontare in modo efficace lo spazio di indirizzi più ampio e la potenziale segmentazione del traffico. Ciò include il modo in cui vengono rilevate e affrontate le attività dannose.
In sintesi, sebbene il concetto di inserire nella lista nera gli indirizzi IP compromessi si applichi sia a IPv4 che a IPv6, le strategie e gli strumenti per gestire la sicurezza e il filtraggio del traffico potrebbero richiedere adattamenti a causa delle differenze strutturali e di scala tra i due protocolli.
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